mercoledì 21 agosto 2013

... di razza zerbino

Alzi la mano chi non si è mai sentito uno zerbino per far contenta la propria donna (o anche solo per farla stare zitta).
Certo, ci sono casi estremi, come quello di Tamaro, ma ci sono anche i casi intermedi.
Quell’accontentarla giusto per farla contenta, anche se magari non abbiamo molta voglia di farlo. Ma sapete, ci guarda con quegli occhioni da cerbiatta. Come si può dirle di no?
E quindi vai ad accontentarla: mettere su un due pezzi e ballarle la danza del ventre, evitare in nessun modo di fare una puzzetta anche se si è appena mangiato una pentola di fagioli e il proprio corpo è diventato una bomba ad orologeria, tatuarsi sulla fronte il suo nome x’ tutti devono sapere quanto la ami, a prendersi un mese di ferie per fare un tour Parigi-Venezia-crociera-isola deserta-tunnel dell’amore al luna park, dipingere la camera da letto di rosa x’ è più romantica, guardare venti volte (non una in più ne una in meno) i film di Muccini x’ certi film bisogna conoscerli a menadito.
Che poi c’è sempre questa incertezza di fondo: se il venire incontro alla donna è una forma di zerbinaggio o se fare ogni tanto lo stronzo è un modo per farsi rispettare, se si sta esagerando troppo propendendo da una parte o dall’altra, se esiste veramente un equilibrio tra l’essere gentili e ben disposti con lei e lo sculacciarla (a volte non solo metaforicamente) quando lei esagera con le sue richieste da dominatrice.
Che poi puntualmente quando si è troppo gentili ce lo prendiamo nel c…o e ci domandiamo se quella volta che le avevamo regalato la vaselina lei aveva capito veramente qual’era il nostro intento o se aveva palesemente frainteso.

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